Al servizio dei Cristiani di Terrasanta
Lunga storia dei Cavalieri del Santo Sepolcro e la loro attualità nel tempo presente
"Deus lo vult", Dio lo vuole, fu con questo grido di battaglia che Goffredo di Buglione, interpretando i voti del Concilio di Clermont del 1091 entrava otto anni dopo, nel lontano 1099, nella città di Gerusalemme, sacra a tre religioni, l'ebraica, la cristiana, l'islamica. Il sogno, l'impresa di ridare libertà e dignità al Santo Sepolcro, ai luoghi che avevano fatto da sfondo inimitabile alla predicazione e alla passione di Cristo poteva dirsi - al momento - compiuto; pur se tutto questo non significava mettere la parola fine ai rapporti tra il cristianesimo e l'Islam, che avrebbero conosciuto altre storie, altre vicissitudini. Bandite dai papi (che ne garantivano il carattere religioso con la presenza sul campo di un Legato pontificio) le Crociate venivano condotte avanti da cavalieri laici che assumevano comunque la veste di monaci guerrieri.
Liberato il Santo Sepolcro si trattava di proteggerlo e di garantirne l'officiatura. Un incarico che venne affidato ad un gruppo di religiosi (canonici),ai quali si affiancò subito anche un nucleo di laici che il Patriarca di Gerusalemme, Arnolfo, riunì in un ordine giuridicamente costituito e legato alla regola agostiniana. In sintesi, sembra potersi ricondurre a questa esigenza l'origine dell'Ordo Equestris Sancti Sepulchri Hierosolymitani (l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme). Una risposta più compiuta verrà dalla prossima pubblicazione degli atti del "colloquio" internazionale Militia Sanct Sepulchri: idee e istituzioni, voluto dal Gran Magistero dell'Ordine, che si è svolto nel 1996, e di cui sono stati chiamati a far parte studiosi ed esperti di tutto il mondo.
Nell'attesa veniamo a date più recenti che ne hanno scandito l'esistenza, partendo dalla stipula del Concordato tra la Santa Sede e la Turchia (che allora occupava la Palestina) e dalla Bolla di Pio IX del 23 luglio 1847.
Un Concordato che porta alla ricostituzione del Patriarcato latino di Gerusalemme; con l'occasione il pontefice ripristina il rito dell'investitura dei Cavalieri da parte del Patriarca, interrompendo la prassi che per qualche secolo aveva attribuito il privilegio di questa cerimonia ai Guardiani della Custodia francescana di Terrasanta.
E' con Leone XIII che vengono create, accanto ai Cavalieri, le Dame del Santo Sepolcro. Pio X riserva alla persona del romano pontefice il titolo di Gran Maestro dell'Ordine; disposizione modificata da Pio XI, che pur conservando all'Ordine la "benigna protezione" della Santa Sede, lo riporta sotto l'autorità del Patriarca latino di Gerusalemme, che tuttavia non si fregerà del titolo di Gran Maestro, ma semplicemente di Rettore ed Amministratore Perpetuo. Pio XII assegna l'incarico di Gran Maestro a un cardinale. Siamo nel 1940. Seguono, sempre per iniziativa di Pio XII, l'assegnazione all'Ordine di una sede a Roma (1945), e l'emanazione di un nuovo Statuto (1949).
La sede è di tutto rispetto, la chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo, con l'annesso monastero dove nell'aprile 1595 è morto Torquato Tasso, cantore, come pochi altri, delle gesta dei crociati (e dove si trova oggi il museo dedicato al grande poeta). Nel frattempo è cominciato il restauro del Palazzo della Rovere, ubicato nei pressi di San Pietro, attuale sede Magistrale dell'Ordine. Giovanni XXIII e Paolo VI innovano anch'essi lo Statuto. Papa Giovanni Paolo II conferma quale patrona celeste dell'Ordine la Vergine Maria, che i Cavalieri invocano con il titolo di regina della Palestina; e, con Rescritto del 1° febbraio 1996, concede all'Ordine personalità giuridica vaticana. Attualmente l'Ordine è composto da oltre ventimila Cavalieri e Dame, ed è presente in trentuno Paesi con 49 Luogotenenze, di cui 21 in America, 23 in Europa, 4 in Australia e 2 in Asia. Da ogni Luogotenenza dipendono sezioni e delegazioni.
Al vertice abbiamo il Gran Maestro di nomina papale; il Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine, che è anche il Gran Priore dell'Ordine; un Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte il Governatore generale, due vice Governatori generali e il Cancelliere; il Gran Magistero, con funzioni consultive, e composto da non più di diciotto membri nominati dal Gran Maestro tenendo conto di un'equa distribuzione geografica. La Luogotenenza ha veste di organizzazione territoriale, una o più per ogni Paese. In Italia sono quattro (la sede della Luogotenenza, per l'Italia centrale si trova nel citato convento di Sant'Onofrio, dove ha l'ufficio il Luogotenente,e il Gran Priore di Luogotenenza. Molto severe le condizioni per entrare nell'Ordine (ne parliamo a parte).
Le attività caritative sono al centro della vita dell'Ordine. Destinatari degli aiuti i cristiani della Terrasanta, discendenti dalle prime comunità fondate dagli Apostoli, che vivono in condizioni non facili, stretti come sono tra islamici ed ebrei. La loro partenza dalla Palestina sarebbe grave. Farebbe di questa Terra, secondo le parole di Paolo VI, un "museo vuoto". Questo spiega lo sforzo dei Cavalieri per sostenere le opere del Patriarcato, una diocesi composta di 68 parrocchie che coprono un territorio assai vasto che, oltre a Gerusalemme, comprende Israele, i Territori occupati, la Giordania e Cipro; che gestisce ben 40 asili nido, 40 scuole elementari, 26 scuole medie e sette licei, con 862 docenti (e 107 religiose) e un'affluenza di quasi 18 mila alunni.
I Cavalieri finanziano attività sociali, sovvenzionano le istituzioni religiose, aiutano scuole professionali, forniscono borse di studio per l'Università di Bethlehem; e ancora garantiscono i mezzi finanziari e tecnici per la costruzione di case, per attività assistenziali e di formazione, per lo svolgimento di attività produttive. Un programma insomma di largo respiro; per una nuova "crociata" contro la povertà, l'ignoranza, l'intolleranza. Non è un caso che nella preghiera dei Cavalieri figurino queste parole: "...Dacci la forza di amare tutti gli esseri del mondo che il Padre tuo ha creato". Parole che suonano come un programma e un impegno.
Per una nuova "crociata" contro la povertà
Non è facile entrare a far parte dell'Ordine del Santo Sepolcro, bisogna avere doti morali pubbliche e private, oltre che fede e devozione. Le possedeva in sommo grado Bartolo Longo, cavaliere di Gran Croce, beatificato nel 1980. Con l'eccezione del Palazzo della Rovere l'Ordine non ha beni propri; anche per questo la raccolta di fondi per il Patriarcato di Gerusalemme avviene prevalentemente nell'ambito dei suoi membri. Tra le sue realizzazioni più recenti, la costruzione di una serie di appartamenti per i cristiani di Ramallah, la Casa di accoglienza per pellegrini a Taybeh (Cisgiordania) costruita col contributo della Luogotenenza di Francia, le opere scolastiche e sociali di Zarka (Giordania) col sostegno della Luogotenenza degli Stati Uniti, l'edificio scolastico di Fuheis (sempre in Giordania) col contributo delle Luogotenenze di parecchi Paesi; ancora un edificio scolastico ad Amman, oltre a un presbiterio, con i fondi raccolti dalla Luogotenenza per l'Italia centrale. Suggestiva la cerimonia di investitura officiata dal Gran Maestro e che per i Cavalieri romani si svolge nella basilica di San Giovanni in Laterano, dopo che la sera precedente i candidati, affiancati da Dame e Cavalieri, hanno preso parte ad una "veglia di preghiera" (chiamata, in antico, "veglia d'armi").
Il mantello (bianco per i cavalieri e nero per le Dame) è ornato sul fianco sinistro con lo stemma dell'Ordine: la croce gerosolimitana. Cinque croci rosse che stanno a simboleggiare le cinque piaghe del Signore.
Il pellegrinaggio in Palestina, è uno fra i momenti più importanti della vita di un Cavaliere; è l'occasione per pregare nei luoghi che hanno fatto da sfondo alla vita terrena del Redentore e per incontrare i fratelli che qui vivono e ai quali è destinato quel servizio "di carità e di assistenza" che caratterizza oggigiorno l'Ordine del Santo Sepolcro.