
Intervento della Russia in Siria. Riportiamo un articolo del Saker, un blogger molto ben informato.
Quello che vorrei dire è che, almeno fino ad ora, la Russia ha conseguito molti importanti obbiettivi con il suo intervento in Siria. Questo ha forzato gli Stati Uniti ad accettare la partecipazione ad una conferenza in cui sarebbero state invitate tutte le forze in gioco nella regione, compreso l’Iran. Al temine dei lavori, la conferenza ha adottato una dichiarazione congiunta che ho postato QUI nella sua interezza.
Credo che questa dichiarazione rappresenti una grossa sconfitta diplomatica per gli Stati Uniti, e un’altra vittoria (diplomatica) per la Russia. Qui di seguito ci sono alcuni punti su cui è stato raggiunto un accordo (fra parentesi le sezioni relative agli argomenti citati):
- L’Iran parteciperà ai negoziati sul futuro della Siria (preambolo)
- Non sarà permessa nessuna suddivisione della Siria (#1)
- La Siria non sarà governata da un regime teocratico (#1)
- L’esercito siriano non sarà smantellato (#2)
- Il popolo siriano potrà scegliere il proprio leader (#8)
Traduciamo il tutto in termini politici e vediamo che cosa significa.
- Gli Stati Uniti non sono riusciti ad isolare l’Iran, il cui ruolo cruciale è ora riconosciuto da tutti.
- Agli Stati Uniti non sarà permesso suddividere (la regione) in un Wahabistan e un Alawistan.
- A nessuna delle fazioni sostenute dagli Stati Uniti (essendo tutte di natura religiosa) verrà consentito di prendere il potere.
- L’esercito siriano ( che è completamente dalla parte di Assad) non verrà né smantellato né disarmato.
- Tutte le fazioni sostenute dagli Stati Uniti (tutte composte da estremisti Wahabiti) devono essere sconfitte militarmente.
- Ad Assad sarà permesso di rimanere al potere (dal momento che è il leader più popolare).
Ora, non sono così stupido o ingenuo da credere anche per un solo secondo che gli Stati Uniti si atterranno veramente a queste condizioni, piuttosto il contrario. Ciò che sto dicendo è che la Russia ha inflitto un’altra enorme sconfitta diplomatica agli Stati Uniti, simile a quella di Loug Erne [località irlandese, sede del G8 2015, NdT], o degli accordi di Minsk-1 e Minsk-2. A Lough Erne, per esempio, gli USA hanno dovuto accettare la seguente dichiarazione: “Facciamo appello alle autorità siriane e alle forze di opposizione alla Conferenza di Ginevra perché si uniscano per distruggere ed espellere dalla Siria tutti gli individui e le organizzazioni affiliate ad al-Qaeda e tutti gli altri elementi estranei allo Stato e collegati al terrorismo”. In altre parole, hanno detto ai Wahabiti collegati ad al-Qaeda di unire le loro forze a quelle dell’esercito siriano per sconfiggere il Daesh! Naturalmente sappiamo che non è successo nulla di tutto questo. Ma quello che è importante notare qui è che le azioni e le politiche degli Stati Uniti sono così indifendibili che gli USA devono condannarle, o almeno contraddirle, in ogni pubblica assemblea.
Lasciatemi ripeterlo ancora una volta: quello che gli Stati Uniti fanno sul terreno è in realtà in aperta e totale contraddizione con le loro dichiarazioni politiche.
Azioni americane/politiche/obbiettivi | Politica americana ufficiale sulla Siria |
Pieno sostegno militare al Daesh | Categorica opposizione al Daesh |
Promozione di un regime Wahabita | Promozione di un regime laico |
Smembramento della Siria | Mantenimento di una Siria unitaria |
Distruzione dell’esercito siriano | Mantenimento dell’esercito siriano |
Rimozione di Assad a tutti i costi | Assad deve essere eletto dal popolo siriano |
Sabotaggio di tutti gli sforzi russi | Collaborazione con la Russia |
Cambio di regime in Iran | L’Iran è un partner |
Mentre, almeno fino ad ora, gli Stati Uniti sono sempre riusciti a fare l’esatto opposto di quello che avevano dichiarato, a causa dell’intervento militare russo la cosa diventa ora estremamente difficile. La miglior dimostrazione di questo è stato il momento surreale quando, dopo aver accusato la Russia di bombardare quelli “sbagliati”, gli Stati Uniti si sono rifiutati di dare ai Russi la lista dei buoni e dei cattivi.
Questa tattica, costringere gli Stati Uniti a concordare su qualcosa a cui essi si oppongono, è la stessa che Putin ha usato negli accordi di Minsk-2, dove i Russi hanno praticamente forzato gli Usa e il suo regime fantoccio ad accettare il dialogo con i Novorussi, anche se un tale dialogo è assolutamente fuori questione. Questo è quello che la Russia sta facendo adesso: costringere gli Americani a negoziare con Assad e l’Iran.
Per contro, la politica dichiarata e le azioni della Russia sono semplici, lineari e tutte collegate da un filo logico: sconfiggere i terroristi, sostenere il legittimo governo siriano, riaffermare il Diritto Internazionale. Da parte russa non c’è bisogno di nascondere nulla, difatti i Russi sono stati sorprendentemente trasparenti su tutte le loro operazioni.
Sono anni ormai che gli Stati Uniti sognano di fare ad Assad quello che hanno fatto a Saddam Hussein e a Gheddafi, e sicuramente hanno i mezzi militari per farlo, quello che però stanno scoprendo con grande dispiacere è che la Russia è in grado di mandare a monte i piani americani usando abilmente un mix di intensa attività diplomatica e limitato sforzo bellico. Fino ad ora gli Americani non hanno trovato nessun modo per uscire da questa situazione.
Sul fronte militare il quadro globale rimane, nel migliore dei casi, complicato. I migliori resoconti della situazione sul campo che ho trovato fin’ora sono, ancora una volta, sul sito di Colonel Cassad. Per farla breve e per risparmiarvi i dettagli battaglia per battaglia, sembra che l’esercito siriano stia facendo lenti progressi in diverse direzioni, ma che non sia in grado di sfruttare gli attacchi aerei russi; e che questi modesti successi tattici non abbiano prodotto sfondamenti significativi. Detto in termini semplici: le forze governative stanno combattendo molto duramente, ottenendo dei risultati modesti.
Sia ben chiaro che non sto assolutamente rimproverando i Siriani per tutto questo. Le linee del fronte sono lunghe e circonvolute, i Wahabiti sono ben trincerati, il contingente aereo russo è molto piccolo e più di tanto non può fare. Un esperto militare russo ha detto oggi di credere che l’esercito siriano abbia perso, dall’inizio delle ostilità, 85.000 uomini. Se questo fosse vero, spiegherebbe, almeno in parte, come mai le forze siriane siano troppo esigue rispetto all’estensione del fronte e perché sia estremamente difficile concentrare abbastanza truppe in una singola località per effettuare uno sfondamento.
Tuttavia è anche possibile che gli sforzi congiunti di Russi e Siriani portino alla fine al successo, e che le Forze del Daesh collassino di colpo, almeno su un settore del fronte. Il problema è che entrambe le parti sono in corsa contro il tempo: il prossimo giro di consultazioni è previsto fra due settimane e, fino ad ora, nessuna delle due parti ha molto da mostrare come posizione di forza al tavolo dei negoziati. Sembra che gli Americani stiano pianificando una qual sorta di attacco a Raqqa e che vogliano usare sopratutto i Curdi. Se così fosse, sarebbe un piano abbastanza bizzarro. Per quale motivo i Curdi dovrebbero acconsentire ad un’operazione così pericolosa e potenzialmente costosa (in termini di materiale e vite umane), lontano dai loro territori, che essi dovrebbero proteggere da tutte le direzioni? In confronto, il piano russo di sbloccare l’esercito siriano ed aiutarlo a riconquistare Aleppo e l’unica autostrada che unisce Damasco a Homs ed Aleppo, sembra molto più realistico, anche se contiene molte difficoltà potenziali. Se i Siriani, nelle prossime due settimane, dovessero fallire il raggiungimento di questi obbiettivi, la cosa complicherebbe moltissimo i futuri negoziati e potrebbe costringere Iraniani ed Hezbollah ad impegnare molte più truppe per agevolare l’esercito siriano.
Le prossime due settimane saranno cruciali.
The Saker
Pubblicato su TheSaker.is il 3 novembre 2015
Traduzione in Italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it